Stigma Ed Esclusione Sociale Nelle Malattie Mentali: un Problema Irrisolto

Film e Malattia Mentale

«Per fare una diagnosi come si deve - spiega Alessandro Rossi, ordinario di Psichiatra presso l’Università dell’Aquila - bisognerebbe effettuare un’intervista strutturata di un’ora. La donna decide di fare una doccia prima di dormire. ”, e non c’è niente di peggio di dire ad una persona depressa “fatti una risata”, non c’è niente di peggio di dire ad una persona impaurita “ma dai, non è niente”, perché non solo non riconosceranno il disagio, ma non riconosceranno neanche il proprio sentimento e il proprio stato d’animo rispetto a quel disagio, è come delegittimare qualcuno nel provare quello che prova. Comprendere i disturbi mentali è dunque un testo che, prendendo in considerazione l’assetto diagnostico e la struttura del DSM-5, mira ad essere maggiormente fruibile rispetto al DSM-5 stesso. Hanno pubblicato pochi giorni fa su «Nature Neuroscience» una revisione di tutta la letteratura più recente che dimostra come chi soffre di malattie mentali abbia nel cervello alterazioni a carico di certe molecole - microRna - che sono capaci di alterare l’espressione di molti geni senza modificare la struttura del Dna. Ma allora quell’atto potrebbe dipendere dalla capacità di quei microRna di spegnere certi geni e accenderne altri più che dalla volontà di chi l’ha compiuto.

Ciascun microRna fatto di 22 nucleotidi soltanto (nucleotidi sono le unità ripetitive che compongono Dna e Rna) funziona come un interruttore - spegne certi geni e ne accende altri - e in questo modo regola in un colpo solo l’espressione di centinaia di geni. Gli scienziati sono partiti dai topi, hanno visto che se uno modifica nel cervello l’espressione del microRna che hanno chiamato 137, i topi si comportano in modo molto diverso. Nonostante questi progressi, per decenni gli atteggiamenti nei confronti delle persone con disturbi mentali non sono cambiati. “Per i primi, infatti, il contatto con persone con malattia mentale potrebbe condurre a una maggiore sensibilità nei confronti del tema e contribuire ad apportare reali cambiamenti negli atteggiamenti, favorendo così una maggior empatia e una minore distanza sociale. Una delle realtà attive sul territorio italiano è la Fondazione Empatia di Milano (nata ufficialmente il 7 luglio di quest’anno dall’associazione attiva dal 2013) che, in occasione della giornata mondiale della salute mentale il 10 ottobre, ha dato thorazine https://farmaci-antipsicotici.com vita al primo «catalogo» di venti «libri umani» che sono stati a disposizione del pubblico per essere «letti» per mezz’ora. Per concludere, vorrei dire a chi dal ’98 in questa sala o in Italia sta aiutando le missioni africane, grazie, grazie perché ci hanno sostenuto moltissimo.

Che l’isolamento sociale e la segregazione non abbia alcun beneficio per i malati, e anzi aggravi la patologia, è un fatto ben noto, ben presente a chi nel 1978 ha approvato la famosa legge 180, detta anche “legge Basaglia” dal nome dello psichiatra veneziano che la promosse. 28La review della letteratura di Fazel e Danesh pubblicata su Lancet nel 2002 sulla patologia psichiatrica nei detenuti ha evidenziato come nella popolazione in esame (22.790 detenuti) il 3.7 % degli uomini e il 4 % delle donne presentavano una patologia psicotica, il 10 % degli uomini ed il 12 % delle donne depressione maggiore; il 65 % degli uomini ed il 42 % delle donne un disturbo di personalità (di cui il 47 % negli uomini ed il 21 % nelle donne era di tipo antisociale). Un nuovo tipo di familiare farà così ingresso nei servizi per partecipare con un ruolo attivo nel processo di fronteggiare la malattia mentale e per contribuire con le sue idee e la sua energia al lavoro di un gruppo, non più passivo destinatario di consigli professionali” (H. Il sistema psichiatrico della Cina, così com’era, è stato in gran parte chiuso dopo il 1949; il nuovo governo comunista non prevedeva la malattia mentale in una società razionalmente ordinata.

“Mi immedesimo troppo perché lo capisco”, ha riportato una professionista, “spesso mi sono sentita sopraffatta dalle emozioni e tuttavia è stato molto soddisfacente, perché in parte sentivo di prendermi cura anche di me stessa”. “Sul tumore della mammella, ad esempio, tanto è stato fatto proprio per superare lo stigma perché un tempo le donne, soprattutto al sud, si vergognavano di questa patologia. Ad esempio, io posso parlare del Togo perché è li che vivo: è un Paese molto povero e vi garantisco che il fattore povertà è molto, molto forte, molto pesante in tutta questa storia. I pazienti assunsero importanza come persone, con una storia di vita e non in base alla loro malattia psichiatrica. Un luogo dove «I “libri umani” - spiega la vice presidente della Fondazione Petra Silvia Mezzetti - oltre a raccontare la propria storia hanno fatto da ciceroni per alcuni quadri della mostra permanente. Sarà solo un fatto di topo o tutto questo si potrà applicare all’uomo? I risultati non sono facili da interpretare, ma messo tutto insieme sembra proprio che nei malati di mente ci siano alterazioni di microRna molto simili a quelle che si erano viste studiando il cervello dei cadaveri, che a loro volta non erano poi così diverse da quelle dei topi.

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